analfabeti funzionali in italia

Pare che l’aumento degli analfabeti funzionali sia a livelli da record in Italia

Pare che gli anafabeti funzionali in Italia siano una piaga, sarebbero addirittura il settanta per cento della popolazione. Forse un po’ esagerata come stima, ci sarebbe da preoccuparsi davvero e metterebbe in crisi i rapporti con i nostri amici e le persone con cui ci piace stare. Eppure è diffuso, e lo si vede. Vi è mai capitato di restare allibiti di fronte al comportamento di qualcuno?  Di non capire se ci è o ci fa e cosa diavolo abbia in testa? Probabilmente vi trovate di fronte a un analfabeta funzionale.

Anzitutto, capiamo la differenza tra gli analfabeti strutturali e quelli funzionali, è piuttosto semplice: i primi non sanno leggere e scrivere, i secondi lo sanno fare, ma in maniera del tutto meccanica, senza afferrare il senso dei concetti. Il fatto sconvolgente è che siano così tanti.
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In effetti, è data finalmente una spiegazione plausibile a certi commenti allucinanti che leggo sui social e sui blog, riferiti ai miei articoli e a quelli di altri. Più e più volte mi sono chiesta come fosse possibile scrivere cose così senza senso, completamente scollegate dall’articolo in questione. Badate bene, non si tratta di opinioni differenti, ma proprio di non aver capito una fava di quanto scritto, come se non fosse stato affatto letto, o peggio, come se i commentatori vivessero in una dimensione altra, impossibilitati a rendersi conto della realtà. Ne traevo conclusione che avessero commentato senza leggere, o leggendo solo il titolo e la prima frase.

Pare, invece, che tali atteggiamenti siano da ascrivere proprio al fenomeno dell’analfabetismo funzionale. A prima vista, gli analfabeti funzionali non sono distinguibili, poiché parlano, leggono e ascoltano. Ma non capiscono. Decifrano simboli associandoli a un’azione o un oggetto, ma non sono in grado di comprendere concetti estesi e il senso completo di un testo o di un argomento. Di conseguenza, rispondono con vocaboli meccanicamente indotti, dettati dall’intuizione del momento.

La diffusione degli analfabeti funzionali in Italia spiega molto altro, dai discorsi sempre uguali ascoltati quotidianamente al bar, al successo commerciale di certa musica o televisione. L’incapacità di formulare pensieri complessi porta a considerare qualcosa importante o giusto sulla base del fatto che qualcun altro ha deciso che così dev’essere.
Tra gli altri, un esempio famoso è dato dal movimento femminista Se non ora, quando?, che utilizza uno slogan perché suona bene, senza probabilmente avere la più pallida idea del suo significato nel contesto originale.

Si pone lo stesso problema di come trattare con gli ignoranti. Inutile, naturalmente, tentare qualsiasi discussione con un analfabeta funzionale: si andrebbe inevitabilmente a sbattere contro un muro di gomma e si perderebbe tempo, oltre a trovarsi con la sgradevole sensazione di stare in mezzo agli alieni. Resta la possibilità di ignorare, ed è il grande privilegio del web; purtroppo non è così nella vita reale, dove con l’analfabetismo funzionale si è costretti ad aver a che fare. La soluzione è ignorare con la mente, dare ragione o, meglio, tacere, rifuggendo la tentazione di contestare, perché, appunto, sarebbe tempo perso, e ritagliarsi spazi abitati da persone positive, capaci di comprendere, a cui riservare energia e pensiero.

Veniamo ora al dato agghiacciante, ovvero la quantità abnorme di analfabeti funzionali in Italia. Sarebbero sette su dieci, e già così fa paura. Ancor peggio è che pare questa sia una stima approssimativamente ottimista, in realtà sarebbero otto su dieci. Quindi, quasi tutti. Significa che ne siamo circondati, che se ne trovano nella scuola, negli ospedali, in ruoli di responsabilità. Che possono addirittura pubblicare un libro. Soprattutto, che potremmo esserlo anche noi. Con una percentuale tanto alta, chi ci salva dal contagio?

Eppure, l’analfabetismo funzionale non è una malattia incurabile. Anzi, si può anche prevenire, con l’accesso alla cultura. Peccato che gli analfabeti funzionali spesso rifiutino le medicine.

Ho dedicato agli analfabeti funzionali in Italia un capitolo del mio nuovo libro, La grande ammucchiata.

Elisa Rolfo

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