dams torino

Il DAMS di Torino offre una formazione umanistica completa, e viene scambiato per una scuola per vallette

Mi sono laureata al Dams di Torino nel 2004 ed è da tanto tempo che avrei voluto segnalare una situazione che mi ha danneggiata parecchio, ma non a causa della qualità dell’Università, che è ottima, così come quella dei docenti, ma per la reputazione che si porta dietro, a causa di qualche deficiente che l’ha messa in giro e diffusa. Il Dams di Torino è il corso di studi più completo per quanto riguarda la cultura, poiché spazia in ogni campo dell’umanesimo, non solo le lettere, ma anche il teatro, il cinema, la musica e la storia dell’arte e della danza. Fornisce le basi per comprendere il significato della cultura. Eppure, molti preferiscono studiare Lettere o Scienze della Comunicazione, che forniscono una preparazione su un campo molto più ristretto, perché hanno paura che col Dams verrebbero etichettati e non troverebbero lavoro. E in effetti è vero, perché l’ignoranza di molti ha fatto sì che a causa del nome, acronimo di Discipline dell’Arte della Musica e dello Spettacolo,  il corso di studi venisse inteso come una scuola per aspiranti soubrette. Più fastidioso ancora è che nessuno che disponga di titoli e competenze si preoccupi di smentire questa fandonia, che deriva in buona parte dall’invidia di tanti che lì avrebbero voluto studiare, ma non l’hanno potuto fare perché sono mancate le palle o il benestare della famiglia.

Scrivo queste righe dopo tre libri pubblicati, un sito realizzato, base di partenza per lo sviluppo del mio brand, Netlander, e un’attività portata avanti da sola per undici anni durante i quali ho dovuto affrontare situazioni allucinanti. Se non avessi fatto il Dams di Torino non sarei ancora viva, perché è stato solo grazie alla forza della cultura che mi è stata trasmessa se ho potuto attraversare l’inferno. Un inferno fatto di attacchi estenuanti da parte di un sistema che non vede di buon occhio chi lavora da solo – per quanto se ne dica, e chiunque vada al governo, allo Stato italiano non piace l’indipendenza, la sua burocrazia e tante regole assurde sono fatte apposta per mettere in difficoltà gli autonomi – oltre che di molta gente che mal sopporta chi sta fuori dal gregge per il solo fatto di esistere. L’accesso alla cultura e lo studio mi hanno tenuta in piedi, perché mi hanno fornito il motivo per andare avanti, il sapere che esiste qualcosa per cui vale la pena, qualcosa che sta al di là e al di sopra dell’affermazione personale e dell’ottusità dilagante.

Data l’eccellenza del corso di studi e dei docenti, sarebbe auspicabile che gli stessi, o qualcuno al Ministero, si preoccupasse di chiudere la bocca agli imbecilli che sparano cavolate senza sapere di cosa stanno parlando, al punto che un neo laureato deve giustificarsi ai colloqui di lavoro o in altri contesti di aver studiato sui libri e non per fare il provino dalla Defilippi. Oltre che subire lo scherno di analfabeti funzionali che non hanno mai aperto un libro e sostengono che quella roba la imparerebbero anche loro (sarei curiosa di vederli).

A questo link trovate un articolo molto simpatico, e devo dire che invidio questo ragazzo che sa ancora essere ironico, in effetti è vero che noi del Dams siamo sempre stati costretti a esserlo, io però l’ironia l’ho consumata, e penso a chi sta ancora studiando, si trova a dover affrontare un futuro incerto e deve pure essere infastidito e guardato male.

Lo Stato, che accredita e riconosce l’istituzione universitaria, deve farla rispettare, con lo stesso rispetto che io e i miei colleghi abbiamo sempre portato a chi studiava in altre facoltà. Anche perché avanti di questo passo si rischia che poi gli imbecilli arrivino davvero in massa a iscriversi al Dams di Torino, attirati da quella che altri idioti dicono essere la scuola per loro, e si crei così un circolo vizioso.

Elisa Rolfo

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. – LEGGI PRIVACY e COOKIE POLITICY