Il Signor Distruggere è un fenomeno del web, famoso soprattutto per l’ironia nei confronti delle pancine, donne ossessionate dalla maternità

Merita davvero la pena spendere qualche parola su uno dei fenomeni social del momento, Il Signor Distruggere, personaggio che creato una pagina Facebook al nobile scopo di sfottere i cretini di turno e ci riesce molto bene, perché dietro alla risata si rivela sempre un fondo d’amarezza. E ha trovato la gallina dalle uova d’oro analizzando una categoria in particolare, le cosiddette mamme pancine, donne tanto ossessionate dalla maternità da risultare grottesche. A ciò aggiungiamo un livello di ignoranza misto a supponenza da fare paura a chiunque dotato di intelligenza normale. Qui non c’è bisogno di riportare nulla, rimando alla pagina, dove tra le foto troverete screenshot di post lasciati nei vari gruppi di Facebook sufficientemente esplicativi.

Il fenomeno è tanto agghiacciante che diversi utenti si sono chiesti se non siano per caso fake, ovvero post inventati ad hoc per impressionare i followers, e che tali mamme pancine non esistano. Se anche fosse , se pure qualcosa fosse stato volutamente esagerato, poco cambia. Perché le mamme pancine –chi ha la fortuna di averci a che fare lo sa- esistono, eccome. Il Signor Distruggere non ha bisogno di inventarsi nulla, deve solo pescare dalle cose assurde ma vere dell’esistente.

Incontriamo queste persone ogni giorno, fateci caso e le noterete. Provate a entrare in un bar vicino a una scuola dopo l’ora di entrata, e le troverete a un tavolo a piantare un casino allucinante parlando solo di figli, generalmente urlando, preoccupandosi delle maestre che chissà cosa infliggeranno al pargolo per qualche ora. Oppure, le potete incontrare mentre girano con passeggini simili a Suv, entrano nei negozi occupando ogni spazio disponibile solo per chiedere informazioni, ovvero per mostrare il figlioletto, si piazzano al bancone di un bar allo stesso scopo, e si stupiscono risentite se magari il gestore tenta di servire anche gli altri clienti, anziché ammirare il loro frutto.

Ovunque incrocino un altro essere umano, devono far notare che hanno il bambino, come se non fosse qualcosa che accade da quando è nato il mondo. Fare figli è naturale, ma soprattutto una scelta di vita che riguarda te e non il resto del pianeta. Eppure, queste ritengono di aver creato qualcosa di unico, mentre si tratta di un normalissimo bambino, che a dire il vero fa pure un po’ pena, in quanto gli è impedito qualsivoglia accesso alla cultura. Ma perché accade questo? Probabilmente queste donne, non essendo state capaci di concludere nulla nella vita e ritenendosi sistemate per aver trovato un uomo che le mantiene, si attaccano all’unica cosa che hanno creato nella vita: il figlio.

Il problema, così come lo pone bene il Signor Distruggere, è che queste i figli li hanno sì fatti, ma non sono capaci di crescerli, impartire un minimo di educazione e capacità di cavarsela. Ne conseguono sciami di pargoli che sono mine vaganti appena crescono un poco, tanto che alcuni ristoranti sono stati costretti a diventare children free, ovvero a negare l’accesso ai bambini, soluzione agghiacciante che si è resa necessaria poiché l’incapacità genitoriale di alcuni compromette la serenità di tutti. Il problema è che quando c’è da difendere la maleducazione dei figli, le pancine diventano tanto agguerrite da assomigliare nei toni alle attiviste del movimento femminista Se non ora, quando?. Queste donne sono un esempio perfetto del bullismo tra adulti.

Che poi, a ben guardare, alla pancina dei figli non importa granché: importa della suocera, della cognata, delle altre mamme, che vedano che lei è più brava, ha la casa più pulita e in ordine e un marito più attento. E, ovviamente, un erede migliore.

Le mamme pancine non si fermano con l’avanzare dell’età dei figli. Seguendo il Signor Distruggere lo si evince bene, ma anche nella realtà non virtuale non si scherza. Così troviamo donne che comprano il corredo scolastico al figliolo liceale, o peggio universitario, o mamme di bambini in età scolare che procurano il regalo per la festicciola di compleanno e firmano pure il biglietto, quando i piccoli sarebbero perfettamente in grado di scrivere.

Quello che nella realtà sfugge, per fretta o disattenzione, si rivela nella sua completezza sui social, ed è questo che ha ben compreso il Signor Distruggere, infiltrandosi nei gruppi chiusi ed estrapolando le uscite più sensazionali. E se questo tripudio di ignoranza e dabbenaggine sulle prime fa ridere, pensandoci bene cala un velo di tristezza, perché i bimbi delle mamme pancine prima o poi cresceranno.

Ho dedicato a Il signor Distruggere e alle mamme pancine un capitolo del mio ultimo libro, La grande ammucchiata.

Elisa Rolfo

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