agenzie letterarie affidabili

Poche agenzie letterarie sono affidabili, una gran parte è fuffa

Agenzie letterarie affidabili se ne contano davvero sulle dita di una mano ed è difficilissimo accedere alla rappresentanza. Le agenzie serie infatti operano una selezione molto stretta (si pensi alla Meucci di Milano), in quanto l’autore che vanno a rappresentare deve essere commercialmente valido. L’agente letterario infatti guadagna una percentuale sui contratti e le vendite che procura. E, soprattutto, un agente serio non ti porta mai e poi mai a pubblicare a pagamento.

Agenzie letterarie però ne spuntano come funghi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. In questo ambito si muove un personaggio che ritroviamo molto spesso in ambito editoriale, soprattutto tra gli editori e gli agenti letterari: l’intellettuale mantenuto. Questa figura è direttamente collegata al problema del mancato guadagno quando si lavora in ambito culturale. Procurarsi un reddito praticando la cultura è un privilegio, ed è per pochi. L’intellettuale mantenuto gira soprattutto intorno al mondo editoriale, ma se ne trovano in tutti i settori. Si tratta di un individuo che, pur provenendo da una discreta famiglia, non è riuscito ad avere successo, per cui ha perennemente problemi di soldi. Rifiuta però di andare a lavorare, poiché si ritiene troppo elevato per subire l’umiliazione di sporcarsi le mani. È generalmente un gran pensatore, ma piuttosto nullafacente, e di fatto quel che produce non rende un centesimo.

Le agenzie letterarie affidabili non contemplano la presenza di intellettuali mantenuti. Questi si propongono come editori o agenti letterari, ma non hanno il capitale necessario per avviare un’impresa, né le capacità manageriali e la possibilità di investimento che richiede un’attività da libero professionista. Offrire servizi letterari a pagamento non è una pecca, ma definirsi editor free lance o tipografi non fa abbastanza figo, meglio farsi chiamare editori o agenti. Il che li circonda di un’aura di prestigio, ma è una grande bufala, poiché né gli editori, né le agenzie letterarie affidabili si fanno pagare il servizio, al contrario guadagnano perché sono in grado di trovare un adeguato mercato per il prodotto su cui investono. Soprattutto, sono loro che investono, perché se pure del settore cultura, sempre di imprenditori si tratta. È del tutto fuori luogo che a un agente letterario o a un editore si paghi la rappresentanza o la correzione di bozze. Queste si pagano ai mestieranti e alle agenzie pubblicitarie, che si definiscono tali e soprattutto sono slegate, al termine del lavoro non pretendono percentuali o diritti su alcunché. Insomma, l’intellettuale mantenuto non si sporca le mani, ma fa l’erudito arrabattandosi come può, approfittando dell’inesperienza degli autori o dell’ingenuità di chi pensa di potersi fregiare della sua amicizia. Tirate le somme, non se la cava poi male: generalmente è colto, appassionato e sa scrivere bene. Quindi, si circonda di proseliti, persone adoranti da cui si fa, appunto, mantenere. Questi in genere hanno un sogno letterario, ma anche un lavoro e un reddito. In pratica, vanno a lavorare per permettere a qualcun altro di fare l’intellettuale con i loro soldi. Lo invitano a fuori regione supplicando gli amici di presenziare a eventi di cui non frega nulla a nessuno, gli pagano l’albergo e il treno. Dispiace, perché in genere sono persone in buona fede, che potrebbero usare quei soldi per auto promuoversi.

Un mecenate vero dovrebbe farti guadagnare, avere un capitale proprio da investire.Le agenzie letterarie affidabili e quelle fasulle si riconoscono tenendo d’occhio il web e l’informazione online. L’intellettuale mantenuto è un animale da social, alla ricerca di sognatori da spennare. Invade i gruppi letterari di post che prevedono possibilità di pubblicare un libro, come se un editore avesse bisogno di fare campagne per cercare autori da pubblicare. Le agenzie letterarie affidabili e le case editrici serie sono sommerse di proposte di pubblicazione.
Scrive pensieri poetici, elargisce consigli, fa credere a ciascuno di essere un talento, un suo preferito, allo scopo di sfilare quattrini. Si rivolge agli aspiranti scrittori allo stesso modo di certi improvvisati registi che reclutano aspiranti attori tramite i casting aperti, promettendo un mare di visibilità.

Capita che l’intellettuale mantenuto sia figlio d’arte, ma non riesca a seguire le orme del genitore. Vive di rendita e di luce riflessa, fregiandosi di quel nome; quando non ha più la famiglia alle spalle e la rendita è finita, cade in miseria. Continua comunque a presentarsi come un nobile, non perdendo occasione di sfoggiare il suo cognome. Poi scopri che non è in grado di mettere insieme il pranzo con la cena.

Chi cerca agenzie letterarie affidabili dovrebbe quindi, in promo luogo, riconoscere questa figura ed evitarla.
Agli intellettuali mantenuti è dedicato un capitolo del mio ultimo libro, La grande ammucchiata.

Elisa Rolfo

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