Come essere umili in modo costruttivo: la lezione delle persone di successo

come essere umili

Essere umili vuol dire abbassare la testa, avere l’aria dimessa e rassegnarsi? Qual è il modo corretto di perseguire l’umiltà?

Umiltà è un termine abusato, ma cosa significa essere davvero umili?
L’umiltà te la infilano nelle orecchie all’asilo e te la porti fino alla pensione, e oltre. Poi magari inizi pure tu a ripeterla agli altri, automaticamente.
Devi avere l’umiltà, devi essere umile. Ma che diavolo vuol dire essere umili?

L’umiltà, intanto, non è affatto un obbligo, casomai è un valore, ma ho sempre pensato che se uno vuol ritenersi Dio in terra siano beati fatti suoi, se non arreca danno a nessuno. L’importante è non rompere i coglioni agli altri, e chi non dà fastidio sia libero di sentirsi come vuole.

L’umiltà è un principio cattolico che nasce dalle parole di Gesù: Gli ultimi saranno i primi. Ma Gesù ha pronunciato queste parole in un contesto ben preciso: le persone più povere allora subivano continue vessazioni, e Lui intendeva riscattarle. Per questo ha portato avanti l’esaltazione degli umili, per rendere loro giustizia di fronte all’oppressione, non certo per imporre la prostrazione come regola di vita, come poi è stato fatto nei secoli dalla Chiesa.

La cultura cattolica è molto forte e radicata, quindi il concetto di umiltà viene sfruttato nel consenso generale, e a ripeterlo più spesso è proprio chi sull’umiltà dei sottoposti costruisce la sua fortuna: politici, capi, dirigenti, borghesi arricchiti.

Ma l’umiltà è davvero obbligatoria? Al limite una persona che se la tira in modo esagerato può farti ridere. Per lo meno, a me una persona esaltata se non rompe le palle non ha mai dato alcun fastidio. Eppure, facile che venga stigmatizzata “Quella è una che se la tira” è un’espressione che viene spesso utilizzata in modo denigratorio, con aria schifata.

D’altro canto, chi sta sempre lì a guardare e giudicare gli altri sono proprio coloro che si definiscono umili. Quindi, essere umili dovrebbe coincidere con un’aria dimessa, un atteggiamento rassegnato, e un bel po’ di livore per chi va in senso opposto.
Ma questo genere di umiltà, lo stare dentro a un destino preconfezionato sentendosi nel giusto, non porta da nessuna parte né per se stessi né per gli altri. E lo si capisce osservando le persone di successo.

In qualsiasi ambito, scrittori, artisti, ma anche manager e businessman, si tratta di persone che hanno grandi ambizioni e non viaggiano certo a testa bassa, ma la loro umiltà sta nel lavoro. Lavorare costantemente, essere pronti a sacrifici e rinunce, e, soprattutto, a imparare.
Non si sentono mai arrivati né a un livello tale da non potersi sporcare le mani, mettersi in gioco, imparare dagli errori.

Le persone di successo sanno essere umili nel modo giusto, utilizzando l’umiltà in modo costruttivo, sforzandosi sempre di essere migliori.
E soprattutto, sono disposti a imparare sempre da chi ne sa di più o ha già raggiunto risultati più significativi. Chiunque sia, pure una persona più giovane, o di idee e interessi opposti.

Questa è una lezione che mi hanno lasciato le persone di successo, non snobbare o disprezzare mai chi i risultati li ha ottenuti, anche se si colloca in un settore diverso dal tuo, o che nell’immediato non suscita il tuo interesse.
Anche un’artista che non ti piace può avere qualcosa da insegnare, anche solo per quel che riguarda la dedizione al lavoro.

Chi ha raggiunto obiettivi importanti è stato umile nel modo giusto, non assumendo l’aria da Madonna addolorata, ma mettendosi in gioco senza paura di sporcarsi le mani e di lavorare costantemente.
Eppure, la fissazione con l’umiltà porta spesso ad additare queste persone come furbette, manipolatrici, ladre, eccetera. Sono proprio gli umili convinti i più feroci. Chi riesce ad arrivare e a distinguersi è uno sbruffone e un truffatore e va disprezzato. Tutti gli insulti che leggi sulle pagine social degli artisti di successo sono portati da gente che intende l’umiltà come rassegnazione e non prova a fare nulla per cambiare la propria situazione, salvo rodersi quando qualcuno lo fa.
Una perdita di tempo assurda, in nome della vera umiltà.

Quell’umiltà con cui ti trapanano orecchie e cervello fin da bambino non ti serve a niente, se non a deprimerti. Il giusto modo di essere umili è apprendere da chi ce l’ha fatta, evitando di fare il rosicone.

Buona giornata,
Elisa Rolfo


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