L’ informazione online può generare un approccio alla cultura e alla conoscenza nuovo

Possiamo dividere l’informazione online in tre categorie esemplificative. La prima è quella ufficiale, dei quotidiani e dei notiziari che dispongono di un sito web. Si tratta della trasposizione in internet di ciò che già si trova sui giornali e in tv, cambia la modalità di fruizione, è più comodo e veloce, ma la sostanza è la medesima.

Troviamo poi il fenomeno delle fake news, di cui da poco è esplosa la moda. E proprio perché è esplosa, ormai tutti gli esseri pensanti sono in grado di riconoscerle. Sembra un po’ la trasposizione delle vecchie catene di sant’Antonio, con la differenza che quelle non si capiva bene a cosa servissero, mentre con le notizie false si può guadagnare parecchio.

L’informazione online ha poi generato un terza branca, che nasce e si sviluppa esclusivamente nel web: la controinformazione, che promette di rivelare “quello che gli altri non dicono”. Sono i cosiddetti complottisti, termine molto in voga e poco chiaro, se non altro perché non si capisce dove stia il complotto. Ormai basta che qualcuno si ponga una domanda perché sia tacciato di complottismo.
La controinformazione si caratterizza per l’attacco violento e diretto alle istituzioni e ai poteri forti, ed è il motivo per cui ci si affida al sensazionalismo, ricorrendo a titoli e sottotitoli che risultano grotteschi. La controinformazione si preoccupa di divulgare notizie “che gli altri non dicono” ritenendo che queste vengano taciute perché scomode. In realtà, “gli altri” non ne parlano perché sono semplicemente noiose, astruse, incomprensibili. Si tratta in genere di argomenti di strategia militare o finanziaria, copiate da qualche rivista del settore, che interessano appunto gli esperti di quel settore e che il resto del mondo non si fila. Del resto, le notizie che davvero devono restare segrete non possono certo scovarle i blogger della controinfomazione.

Alla pari di molta informazione online, anche la cultura in internet è trasposizione di qualcosa che si svolge al di fuori e per cui il web serve come strumento di informazione, per trovare eventi e conoscere i dettagli. Il web ha però il potere intrinseco di essere focolaio di cultura e creare arte prima di diffonderla. E se si intende il fine ultimo dell’accesso alla cultura, ovvero la lotta all’imbecillità e alla bestialità che sono conseguenze della chiusura mentale, nulla meglio di internet può fungere da contenitore che analizzi la realtà partendo dal basso. Perché è proprio dal basso, dalla base che si determina il vertice. Si tende sempre ad attribuire ogni colpa a chi sta in alto, e certo questi non è che siano immuni, ma non si pensa mai che sono ben sorretti. Nel mio libro, La grande ammucchiata, parlo proprio di questo. Il web nella sua unicità può mettere in luce le assurdità del quotidiano, cose assurde ma vere che accadono ogni giorno sotto il nostro naso ma che consideriamo normali, o peggio, giuste, per abitudine.

Più di una volta si è dato contro a internet, definendola la causa dell’ignoranza dilagante. Ma di fatto è il contrario: internet se ben usata può creare cultura alternativa online. Ovvio che di contro mette bene in vista l’ignoranza, poiché dà voce amplificata a chiunque, le chiacchiere che prima restavano dentro le mura del bar ora volano per il mondo. Ma del resto, quale miglior modo per combattere l’idiozia e gli analfabeti funzionali in Italia se non conoscerli, mettendoli ben in vista sulla pubblica piazza?

Il poter dell’informazione online è uno dei temi del mio romanzo Displaced – Fuori dal sistema.

Elisa Rolfo

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