The Handmaid’s Tale: la serie tv distopica sulla dittatura e schiavitù delle donne

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La serie tv The Handmaid’s Tale ci porta in un mondo distopico non così lontano, dove per prevenire il crollo delle nascite alle donne è negato ogni diritto

The Handmaid’s Tale è una serie di Prime Video bella e terribile, che segui volentieri perché è avvincente, ma ti lascia con una sensazione di sgomento non male, soprattutto guardandola di questi tempi. La società distopica che viene rappresentata, infatti, ti porta a pensare che non sia poi così impossibile che tale situazione possa davvero verificarsi anche nella nostra realtà.

In un futuro distopico, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro.

A causa dell’infertilità e del crollo delle nascite, le donne fertili, ribattezzate Ancelle, sono assegnate alle famiglie elitarie dove subiscono stupri rituali da parte del proprio padrone con lo scopo di dargli dei figli.

Oltre alle Ancelle, gran parte della società è raggruppata in altre classi sociali. Le donne sono divise in gruppi contraddistinti da abiti di un colore specifico. Le Ancelle sono vestite di rosso, le Marta di grigio chiaro, le Mogli in varie tonalità di blu e il resto della popolazione di grigio. Le Mogli gestiscono la casa, aiutate dalle Marta che fungono da domestiche. Le Ancelle sono istruite da donne chiamate Zie, vestite in abiti color marrone scuro. La vita della popolazione è controllata dagli Occhi, una sorta di polizia segreta che opera per scovare i ribelli.

June Osborne, ribattezzata Difred (ossia “di proprietà di Fred”), viene assegnata alla casa del Comandante Fred Waterford e di sua moglie Serena Joy. Difred ricorda il suo recente passato, quando conduceva una vita normale con il marito e la figlia, ma può solamente seguire le regole di Gilead, nella speranza di poter tornare un giorno libera e ritrovare sua figlia.

“Non ci siamo svegliati quando eravamo in tempo”. Questa frase, tremenda e vera, pronunciata dalla protagonista della serie tv The Handmaid’s Tale, rivela cosa può accadere quando non si reagisce alle prime avvisaglie di una dittatura, e si sta lì ad aspettare lasciando che le cose vadano, sperando che passi la nottata. Questo è il tipico atteggiamento che permette il nascere e il consolidarsi dei regimi totalitari: infatti nulla accade in modo istantaneo, tutto avviene gradualmente, i diritti vengono tolti un pezzetto alla volta, in modo che la gente si abitui, secondo il principio di manipolazione mentale della gradualità. Quando poi ti trovi con i piedi nella merda, già è tardi, e piano piano questa ti sale fino al collo senza che tu nemmeno più ti accorga della puzza.

Perché succede questo? Perché tutti abbiamo i nostri progetti, le nostre vite, qualcosa per cui ci siamo fatti il mazzo, e il nostro primo istinto è proteggere e conservare, non rischiare di mandare tutto all’aria, sperare che le cose si risolvano da sole. June Osborne, però, ci lancia un monito molto chiaro: attenzione perché sperando non si risolve un bel nulla, se aspetti che le cose migliorino da sole senza muovere un dito, rischi di trovarti in una situazione orribile senza capire come ci sei finito.

Per fare accettare alla popolazione il cambiamento, oltre alla gradualità, viene utilizzato un altro fortissimo principio della manipolazione mentale: la paura. La minaccia è che non nascano più bambini e l’infertilità è colpa dello stile di vita delle donne, quindi queste vengono private prima del lavoro, poi della possibilità di avere un conto in banca e possedere denaro, poi di leggere e scrivere, infine di poter disporre del proprio corpo, che diventa proprietà del maschio. A causa della paura di non poter più avere bambini, si sottomettono un pezzetto alla volta, finché situazioni agghiaccianti diventano la nuova normalità.

Ma la serie tv The Handmaid’s Tale parla anche di Resistenza. Questa, sebbene sia prerogativa di pochi, non si spegne mai del tutto, e anche in queste condizioni impossibili, qualcuno conserva la propria dignità e combatte. Un semplice gesto contrario può comportare la tortura e la morte e per chi si trova nella condizione peggiore, le Ancelle, si comincia col resistere senza reagire, mostrandosi sottomesse e ragionando. Si tengono gli occhi aperti e le antenne dritte, si abbassa la testa e si aguzza l’ingegno, e si aspetta quell’occasione che, se cercata con costanza, prima o poi arriva. La protagonista non intende immolarsi per la libertà, perché vuole sopravvivere per riabbracciare la sua bambina, quindi adotta una forma di Resistenza clandestina a piccoli passi. Questo insegna che per ribellarsi non bisogna per forza buttarsi a morire, non siamo supereroi ma persone normali, e vogliamo restare vivi per poter vincere un giorno.

Un altro insegnamento è che non sempre le persone più colte e intelligenti organizzano la Resistenza, anzi capita che queste siano le prime ad adattarsi, mentre la gente semplice del popolo tira fuori un’indole combattiva e dimostra di saper agire. Perché questo? Forse le persone più sensibili e intelligenti faticano di più a convivere con la rabbia che dà la consapevolezza di essere vittime di ingiustizia e quindi preferiscono autoconvincersi che vada tutto bene.

C’è un’altra categoria di individui che in queste situazioni ci sta bene, anche se sembra incredibile: i rosiconi, Le persone che in una società normale non prendono in mano la propria vita inseguendo obiettivi e ambizioni e si rassegnano a un’esistenza mediocre perché non hanno le palle di lottare, e invidiano chi invece lavora per crearsi opportunità, in una società distopica, dove tutti sono privati di tutto, possono smettere finalmente di rosicare.

Superfluo elencare i rimandi alla vita e alla società reale della serie tv The Handmaid’s Tale, sono continui e chiarissimi, così come accade in ogni serie tv, film o romanzo distopico, ma qui li trovi all’ennesima potenza.
Consiglio di guardare questa serie: nonostante sia un pugno allo stomaco, è un cazzotto ben dato, che fa riflettere e magari imparare a reagire per tempo e non lasciarsi trasportare dalle onde degli eventi, finendo alla deriva.

Buona visione,
Elisa Rolfo


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